Partendo dai fondali marini fino ad approdare ai capi di moda. Questa la sintesi strabiliante del progetto strategico e originale firmato Ecoalf, un progetto che ha profumato di rivoluzionario fin dalla sua prima fondazione. Il sogno di Javier Goyeneche, imprenditore spagnolo fondatore di Ecoalf, si è da sempre indirizzato sulla trasformazione dei rifiuti del mare. E’ proprio su queste basi ideologiche che si è innestata la nascita del brand Ecoalf, un brand unico al mondo, capace di convertire i rifiuti che soffocano da tempi immemori il Mediterraneo, in tessuti di alta qualità. Si tratta di una filiera completamente devota alla moda 100% sostenibile, che partendo dalla raccolta diretta dei rifiuti in mare – eseguita gratuitamente dai pescatori da traino lungo le coste spagnole – prosegue con il riciclo e la trasformazione dei materiali recuperati, nell’ambito di centri specializzati. L’intera operazione vede infine una riduzione degli stessi rifiuti – per mezzo di tecnologie avanzate – in microgranuli e palline, che a partire da molteplici operazioni di tessitura, rifioriscono in filati da utilizzare nel contesto di collezioni di abbigliamento e accessori del brand.
E i pneumatici da caffè?
Insomma, Ecoalf è stato in grado di configurarsi negli anni quale caso studio unico nel suo genere, tanto da trasformarsi non solamente in un modello di business esemplaree carico di incipit ispirazionali ( ricordiamo a questo proposito il protagonismo del brand nel corso l’edizione 2016 della Our Ocean Conference, organizzata ogni anno per la conservazione degli oceani dal sottosegretario di Stato americano John Kerry e presieduta da benefattori appassionati come la star Leonardo Di Caprio), ma soprattutto in un’idea eccezionale e fuori dal comune, in grado di godere di repliche altrettanto eccelse, incentivando forti echi di ammirazione e attivazione strategica, dal Marocco alla California, giungendo fino alle coste della Thailandia.
Quali sono i numeri che Ecoalf è stato in grado di raggiungere nel giro di pochi anni? 3,4 milioni di euro di fatturato nel 2015, chiudendo poi a 6 milioni nel 2016 e con cifre sempre maggiori negli anni successivi. Non si tratta solo della trasformazione di plastica marina riciclata, ma anche di altre matericità, in primis pneumatici, caffè e cotone. Nel giro dei prossimi anni, è inoltre prevista l’apertura di un’ulteriore rete strutturata di negozi, mentre oggi Ecoalf è venduto nel flagship di Madrid, in 430 multibrand nel mondo (310 in Europa), e in diversi corner inseriti all’interno di grosse realtà commerciali statunitensi.

I pescatori spagnoli amanti di Ecoalf
Il nostro progetto iniziale, inaugurato nel 2016, è stato finanziato con oltre 1 milione di euro tra attrezzature ed investimenti in ricerca e sviluppo – spiega Goyeneche – . Il tutto per riuscire a creare, dagli scarti, dei tessuti che a livello di comfort e proprietà (dalla traspirazione all’idrorepellenza) non hanno nulla da invidiare a quelli prodotti con materiali non riciclati. Un’impresa che non sarebbe stata possibile senza la cooperazione e il dialogo di realtà diverse: moda e pescatori. I pescherecci del Mediterraneo sono una risorsa indispensabile del progetto Upcycling the oceans. Sono loro che estraggono con le reti i rifiuti dai fondali marini ogni giorno, permettendoci di riciclarli e successivamente di trasformarli, con processi tecnologici avanzati, in filati di altissima qualità, ha concluso Goyeneche.
Le 65 tonnellate di spazzatura in mare
Sono già state tolte dal Mediterraneo oltre 150 tonnellate di spazzatura dal settembre 2015 ad oggi. Il brand era partito nell’ormai lontano 2015 dalla costa spagnola di Levante con 160 pescherecci, coinvolgendo oltre 600 imbarcazioni di aiutanti già nell’anno successivo. Nessun brand di moda si è mai assunto una tale responsabilità diretta sul mare fino ad ora al di fuori di Ecoalf, ma Goyeneche è sempre stato profondamente motivato in tal senso, del tutto consapevole del fatto che “non esista un pianeta b”.
Bisogna pensare seriamente in quali condizioni vogliamo lasciare il mondo ai nostri figli. Siamo la terza generazione a fare un uso intensivo delle materie plastiche. Negli ultimi 15 anni, ne abbiamo prodotte di più che in tutto il ventesimo secolo. Un problema che ora è necessario affrontare, visto che nei nostri mari si scaricano oltre 8 milioni di tonnellate di plastica all’anno, provocando la morte di centinaia di migliaia di uccelli e mammiferi marini, ha rimarcato Goyeneche nell’ambito di una recente intervista rilasciata per Repubblica.
Consapevoli e fortemente motivati da questi incipit e filosofie concrete, assolutamente capaci di proiettarsi ben oltre sterili sinonimi affiliati ad una mera e vuota concettualistica teorica, noi di Nuvolari abbiamo sposato da sempre quei valori assoluti a tema green espressi da brand come Ecoalf, e proprio per questo motivo abbiamo deciso di accogliere in maniera del tutto entusiasta questo nuovo brand – appassionato di sostenibilità – all’interno della nostra filiera del fashion dedicata all’abbigliamento uomo.