Il futuro visionario dell’Arte: NFT, la Cryptopunks Collection

Grazie alla nascita di sistemi di criptazione e autenticazione Blockchain NFT, l’Arte Digitale è stata in grado di impiantare solide basi per svilupparsi ormai da quasi un decennio in totale autonomia e la collezione Cryptopunks è andata a caratterizzarsi fin dagli esordi come la più celebre collezione di immagini NFT ad uso e consumo della maggior parte di fruitori ed amatori del web.

Ma chiariamoci subito le idee! Cosa sono gli NFT? Con il termine NFT ci riferiamo a contenuti digitali che vanno a rappresentare oggetti del mondo reale come opere d’arte, musica, giochi e collezioni di ogni tipo e carattere.

Oggi sappiamo che gli NFT si configurano come una tipologia di token digitali che esistono su un certo tipo di database – noto come blockchain – il quale consente la compravendita e lo scambio, ma la cui proprietà e provenienza restano in traccia in maniera irreversibile nell’ambito di un registro digitale decentralizzato. La struttura stessa, infatti, permette la vendita, l’acquisto e lo scambio di NFT, evitando l’intervento di terze parti. Questi Non Fungible Token (NFT) possono rappresentare qualsiasi cosa, anche e soprattutto un oggetto reale. Queste basi progettuali e una tale nascita hanno rappresentato i principali motivi in grado di spingere moltissimi artisti a dare una nuova interpretazione dell’arte.

Ma partiamo dall’inizio. Gli NFT nascono ufficialmente nel 2017, quando Ethereum e la sua programmabilità hanno iniziato ad avere successo. Sarà proprio in quell’anno che nasce Cryptopunks. I Cryptopunks rappresentano quindi la vera base degli Nft che oggi conosciamo.

Appurata questa importante premessa, eccoci alla nostra domanda focale: cosa si intende esattamente per Cryptopunks Collection? Cominciamo a studiare insieme questo fenomeno secondo l’ottica del web, con l’obiettivo di comprendere a fondo e in maniera esaustiva quale tipo di direzione sta prendendo oggi giorno l’Arte Digitale in rete.

I Cryptopunks corrispondono ad immagini NFT archiviate con un sistema di memoria Blockchain da parte della piattaforma Ethereum e realizzate dallo studio Larva Labs composto da Matt Hall e John Watkinson.

La Cryptopunks Collection

La Cryptopunks Collection si identifica nello specifico come una raccolta di ben 10.000 volti stilizzati e disegnati al pc, nonché come la più famosa collezione di NFT esistente al mondo. Questi celebri volti di ominidi detengono peculiarità particolari e ripetute, e sono state in grado di raggiungere milioni di scambi ma soprattutto quotazioni caratterizzate da milioni di dollari di fatturato. Non tutti i volti però sono valutati secondo le stesse dinamiche e caratteristiche; ci sono infatti ancora volti acquistabili a prezzi bassi, anche se la caratteristica sposata da tutti resta quella di riuscire ad incrementare il proprio valore secondo una progressione geometrica no stop.

Rispetto alle grafiche, i due pionieri canadesi Hall e Watkinson hanno affermato di essersi ispirati a quei Punks londinesi così tipici, oltre che al complesso dei Daft Punk. Cosa colpisce maggiormente della collezione Punk? L’essenzialità del disegno in cui vengono accentuati alcuni attributi nell’ambito del piccolo formato – uno dei più piccoli esistenti – tanto piccolo che se lo si ingrandisce è possibile notare i classici pixel squadrati, molto simili a quelli degli indimenticabili personaggi dei primi videogiochi. Certo, c’è da ammettere che la qualità artistica del gruppo Punk non sia delle migliori, ma in fondo i due creatori non sono degli artisti, bensì due sviluppatori di software animati da una passione che si lega a doppio nodo con l’intero progetto online piuttosto che con la specifica resa estetica minimale dei personaggi ideati.

Nel 2022, a seguito di una serie di valutazioni, il progetto Cryptopunks è stato acquistato dalla società competitor Yuga Labs, per una cifra che ad oggi resta ignota ai più. Il progetto dedicato alla collezione di Cryptopunks made in Larva Labs, è stato inaugurato nel 2017 e all’inizio i 9.999 NFT erano stati offerti in vendita a prezzi stracciati, alcuni addirittura in forma gratuita, con l’obiettivo di far sì che questi venissero conosciuti subito a quanti più utenti in rete possibile.

Dopo un intenso processo di scambio e compravendita, i volti ominidi sono diventati così famosi da raggiungere quotazioni oltre ogni immaginario mai pensabile prima.

Cosa ha significato tutto questo? L’acquisizione di migliaia di dollari in cripto valuta da parte di chi li aveva acquistati in precedenza e poi rivenduti a prezzi pazzeschi; i migliaia di dollari in questione chiaramente sono finiti anche nelle tasche degli stessi ideatori.

Gli NFT sono nati infatti sia per essere rivenduti ma anche con un’opzione iniziale per cui per ogni vendita, il creatore del token digitale continua a percepire una percentuale fissata inizialmente.

Il successo della Crypto Collection

Ma c’è da chiedersi perché questa collezione ha avuto un tale esorbitante successo?

Tra le motivazioni maggiormente preponderanti, sussiste senza dubbio il fatto che si tratta della prima collezione ad essere stata organizzata e ben pianificata sul web, grazie all’introduzione di un progetto ambizioso, sostenuto da capitali concreti. Non bisogna inoltre trascurare un altro aspetto: se la collezione Punk è diventata così celebre, tanto da innalzarsi quale cult contemporaneo nell’universo degli NFT, evidentemente si è trattato di una collezione in grado di solleticare non solo un certo investimento ma anche un solido carico attrattivo dai connotati affascinanti.

Come sono utilizzati i Cryptopunks? In una fase iniziale, questi sono stati impiegati come avatar per diversi giochi online, tutti inclusi in quel Metaverso che sta spopolando in rete; è chiaro che questo rappresenta solo un’analisi parziale del fenomeno, che nasce comunque con fisionomie puramente collezionistiche. Gli esperti di collezionismo infatti attribuiscono valori diversi ad ogni componente, in questo caso  caratterizzato da peculiari ricorrenti chiamate “tratti”, che ogni volto detiene appunto in maniera diversa ed unica.

Il massimo di tratti distintivi detenuti da ogni volto di ominide? Otto. Un viso può avere capelli di vario colore e forma, occhi specifici, occhiali, sigaretta, bandana e molto altro ancora. I tratti più rari, o ancora l’immagine del viso con caratteristiche tra le più miste e meno ricorrenti, saranno in grado di far lievitare il valore dell’NFT. Da considerare inoltre l’esistenza di alcuni volti di speciale prestigio, chiamati “Alien”; parliamo di nove prototipi in tutto,  tra cui spicca l’alieno con mascherina stile Covid (CryptoPunk #7523), il cui NFT è stato venduto per un valore di 11 milioni di dollari all’asta di Sotheby’S.

Tra i volti rari dalle cifre astronomiche, troviamo anche 88 Zombie e 24 Api,  il Cryptopunk con caratteristiche più autentiche e anche il più richiesto.

In altre parole, bisogna essere coscienti di un fenomeno unico che sta rappresentando e andrà a rappresentare presto l’unico futuro esistente. Qualcuno ha creato dal nulla un sistema economico senza pari e in sempre crescente espansione, una vera e propria miniera di soldi costruita con capitali immensi e autoreferenziali, in cui immagini NFT vanno a formare una delle collezioni più costose al mondo, seguita da quelle storiche che animano i podi più alti di sempre. Per comprendere l’importanza economica di tale fenomeno, basti solo citare l’azione di un donatore anonimo il quale ha regalato il Cryptopunk #5364, valutato 100.000 dollari, al portafoglio Ethereum del Governo Ucraino, per fornire a quest’ultimo un cospicuo aiuto finanziario contro l’invasione russa.